Chiesa di Santa Maria delle Grazie e convento di Santa Chiara

Spesso si fa confusione fra le due strutture, associandole entrambe al nome di Santa Chiara, ma in realtà hanno una storia diversa l’una dall’altra.

Facciata

La chiesa di Santa Maria delle Grazie, documentata già dal 1300 era un singolo edificio religioso del casale dei Burrelli, opposto in verso alla Pieve. Successivamente essa fu inglobata nel Convento di Santa Chiara, che sarà poi ampliato e arricchito notevolmente grazie al contributo degli Orsini, poiché molte donne della famiglia vi entrarono a far parte o vi furono educate. Anche la chiesa fu notevolmente restaurata tra il 1588 e il 1593, costruendo il pronao antistante e rinnovando la facciata in stile rinascimentale, e costruendo la scala monumentale. Per arrivare all’odierna facciata dobbiamo aspettare al periodo barocco, nel quale fu realizzato un altro intervento.

La facciata, dunque, è in stile barocco, tripartita in verticale, attraverso lesene doriche e corinzie, ed in orizzontale tramite marcapiani modanati. Al centro è presente un finestrone ovale che dà sulla cantoria della controfacciata.

Pronao

L’interno, oggi, è molto trasformato, a causa dell’abbandono e dei terremoti. Parti originali sono gli archi delle cappelle laterali e l’abside, retto da volte a crociera, con affreschi settecenteschi, e le statue cinquecentesche della Madonna delle Grazie, di San Donato e di Sant’Eligio. La navata centrale è stata utilizzata, nel restauro, per ospitare le tele della chiesa abbandonata dello Spirito Santo, nell’odierno rione Volpi. Si tratta di tele del cassettonato più la pala d’altare, tutte firmate da Giovantommaso Guarini, padre di Francesco.

Il convento invece, si compone di una parte più antica, quella a nord, e una più recente, probabilmente un rifacimento sette/ottocentesco. La struttura, una volta soppresso il convento, è stata adibita a scuola.

Interno del complesso monumentale di Santa Chiara

Autore

  • A.S.Be.Cu.So. APS

    L'A.S.Be.Cu.So. APS (Associazione Salvaguardia Beni Culturali Solofra) nasce per volontà di due giovani cittadini di Solofra, Alessandro De Stefano e Domenico De Rubeis, intenzionati a salvaguardare e valorizzare il ricco patrimonio culturale locale, sia esso architettonico, librario, storico, paesaggistico, artistico e di tradizioni. Sin dall'inizio, grazie ad un fortunato contatto attraverso il social network facebook, viene a crearsi un rapporto di stima ed amicizia tra la neonata realtà associativa e lo scrittore, medico ed archeologo statunitense Glenn Cooper, destinato ad imporsi come romanziere di fama internazionale, che come vero e proprio mentore diede slancio alla costituzione della stessa Associazione, tanto da essere nominato per acclamazione Presidente Onorario della stessa e nel corso degli anni sarà investito della cittadinanza onoraria della stessa Città di Solofra.